17.5.11

Chi ten' o'mar' [cit.]/ Chi ha il mare.



Recitava una bellissima canzone di Pino Daniele "...Chi ten' o' mar' nun ten' nient'..." ovvero chi ha il mare non ha niente, io non sono d'accordo.
Proprio l'altro giorno, nella metropolitana che da noi passa sulla costa, assistevo alle reazioni di due ragazzi lombardi in vacanza qui mentre guardavano il mare, erano estasiati, lo sguardo era attratto magneticamente e ne sembravano riempiti.
Quel che fa il mare in chi ci convive con l'infanzia è scavare in lui/lei il concetto di immenso: immenso materiale, immenso luogo, immensa apertura, immenso vuoto, immpeno pieno, immenso colore, immensa acqua, immenso pensiero. Il mare apre in ognuno di noi (parlo da persona cresciutaci sempre a contatto) spalanca antri che altrimenti restano chiusi; porta la propensione a tener sempre presente il rapporto di se stessi con la natura da un lato; la libertà di pensiero, la mente sgombera, la tendenza al pensiero senza limiti dall'altro. Chi ten' o' mar lo porta dentro, porta l'immenso dentro di sé.



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