23.5.11

Un paese per vecchi.





Ieri guardavo Report e ho fatto qualche pensiero.

Oramai viviamo in un paese dove gli ultrasessantenni la fanno da padrone, un paese su misura per loro.
Ma sono persone anziane che, come l'ultrasessantenne capo (B. ovviously), rifuggono la loro età, la ignorano e la dileggiano, richiedendo i favori che si riservano a persone avanti negli anni, ma pretendendo di non abbandonare quelli della gioventù e rifiutando i disagi sia degli uni che dell'altra. Una sorta di "zona del crepuscolo" che crea un cortocircuito nel sistema Italia e crea una gran fila all'entrata, così che chi arriva dopo (noi) restiamo imbottigliati. La maggior parte di questi crepuscolari, citando una bellissima immagine suggerita da Erri De Luca (signor ultrasessantenne e non di certo crepuscolare), non riescono ad accettare, soprattutto fisicamente, la loro età. Finiscono quindi negli anni a cercare di trattenerla, con tinture, creme, interventi chirurgici, attività e modi di fare neanche comodi per loro ma "age symbol"; magari ci riescono anche per un po' ma finiscono per vedere il loro corpo crollare, saturo degli intrugli e sforzi a cui è costretto. Così i crepuscolari finiscono per diventare mascheroni e mummie incartapecorite, spesso anche del tutto andate a livello mentale.
Data quest'immagine, provo ad elencare un paio di provvedimenti e meccanismi che si sono venuti a creare nel Bel Paese.
  • Età pensionabile allungata all'inverosimile (per non dare più pensioni)-> posti di lavoro impantanati ->mancanza di ricambio generazionale ->arretratezza su nuovi metodi e tecnologie; nuovi costi per corsi di aggiornamento (magari anche non recepiti); la generazione giovane non ha tempo di farsi le ossa -> aumento di costi; diminuzione di produzione e PIL; futuro con le gambe tagliate; distanziamento classi benestanti.
  • Diminuzione finanziamento scuole (per risparmiare) -> diminuzione competenze generali (fanno il paio con l'impossibilità di fare esperienza sul campo per i non benestanti)-> classi sociali bloccate -> creazione lobby-> diminuzione competenze-> calo produzione e PIL->aumenta distanza sociale e povertà; aumenta fenomeno invecchiamento paese ->emigrazione giovanile -> ulteriore calo PIL

Queste sono solo un paio di osservazioni rapide, neanche troppo cogitate...e non ho coinvolto la politica direttamente, con le liste bloccate che portano i soliti ad essere eletti!
Certo è che se non cambia qualcosa, proprio chiara non la vedo.


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